RIORGANIZZAZIONE

(Verso 1)
Era il 10 gennaio, l’hanno venduta,
La rete che ci univa, ora è solo più sfruttata.
Promesse di progresso, di un futuro più veloce,
Ma chi paga il prezzo ha perso la sua voce.
(Pre-Ritornello)
E tu lo sai, il treno non aspetta,
I vagoni sono pieni di chi ormai non conta.
La vita scorre tra binari spezzati,
Il profitto avanza, i diritti sono stracciati.
(Ritornello)
Gridiamo forte, ma nessuno ci sente,
Siamo solo numeri su carte inconsistenti.
Binari spezzati, vite consumate,
Chi corre veloce, chi resta bloccato nel niente.
(Verso 2)
Il lavoro è una catena, una corsa contro il tempo,
Giorni tutti uguali in questo freddo silenzio.
I contratti si disfano come nebbia al mattino,
E chi si ribella finisce in un angolo a soffrire da solo.
(Pre-Ritornello)
Le stazioni sono piene, ma i cuori sono vuoti,
Macchine perfette in un sistema che ci ignora.
Sulle rotaie di ferro brucia la dignità,
Mentre il capitale chiude gli occhi alla verità.
(Ritornello)
Gridiamo forte, ma nessuno ci sente,
Siamo solo numeri su carte inconsistenti.
Binari spezzati, vite consumate,
Chi corre veloce, chi resta bloccato nel niente.
(Bridge)
E quando il sole tramonta su questa ferrovia,
Non c’è nessun futuro, solo nostalgia.
Sogni infranti su vagoni arrugginiti,
Dove una volta c’erano speranze, ora solo feriti.
(Outro)
Binari spezzati, voci soffocate,
Siamo ombre in una rete dimenticata.
Ma un giorno ci alzeremo, con forza e unità,
E spezzeremo le catene di questa falsa libertà.